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La scoperta della Tomba François

Era il 1857 quando l’archeologo Alessandro François, notando una lunga fila di querce decise di scavare in quel luogo, scoprendo così il lungo dromos (corridoio) che dava l’accesso ad una ricca camera funeraria oggi conosciuta come tomba François, la più importante tomba etrusca di Vulci.
Dopo “una notte insonne e mature riflessioni” l’archeologo François finalmente entrò nella tomba: davanti ai suoi occhi il passato etrusco si rivelava in tutto il suo splendor. Ricchissimi gioielli, eleganti vasi greci ed etruschi; ma soprattutto ciò che lo emozionò maggiormente fu la ricercata pittura etrusca che affrescava le pareti, e per la quale la tomba François è nota in tutto il mondo. Sulla sinistra era raffigurato il sacrificio di prigionieri troiani da parte di Achille in onore di Patroclo, scena dominata al centro dalla inquietante immagine del demone Caronte, e conclusa dalla maestosa figura frontale di Agamennone; ancora Aiace Telamonio che assieme a Aiace d’Oileo trascinano altri prigionieri troiani.
Sulla parete opposta fra gli eroi etruschi di vulci guidati da Aulo Vibenna nella spedizione che porterà alla liberazione di Celio Vibenna, spicca Mastarna, futuro Servio Tullio.
Gli eccezionali documenti di pittura etrusca della tomba François  furono asportati e conservati presso la famiglia Torlonia, ma ancora oggi, tra le camere che dovevano ospitare i defunti, quella di fondo conserva la decorazione pittorica a finti riquadri marmorei; sulle pareti rimane parte del fregio dai vivaci colori tanto apprezzati dagli etruschi. Tra gli altri personaggi raffigurati nella tomba François impressiona ancora la figura di Vel Saties che, vestito della sua ricca toga rossa osserva il volo di un uccello lanciato dal suo giovane servo. La visita alla tomba François è dunque una suggestiva occasione per apprezzare la sapiente maestria degli architetti etruschi che hanno saputo realizzare un monumento funebre di impareggiabile grandezza, con il suo lungo dromos tagliato nella collina per oltre 15 metri di profondità e con le sue 7 camere principali, lasciando ai posteri un messaggio figurato di unica intensità.

fonte : http://vulci.it/la-tomba-francois/

 

La Tomba François rappresenta senza dubbio il più grande patrimonio artistico storico e culturale di Canino e questo vuol essere un piccolo contributo alla conoscenza di quella che è una delle più importanti testimonianze che ci sono state tramandate dagli Etruschi, oltre che l'unica pagina di storia etrusca narrata da loro stessi mediante gli splendidi affreschi che in origine si trovavano sulle pareti dell'ipogeo.
  La scoperta della tomba si deve ad Alessandro François, un brillante archeologo fiorentino nato nel 1796 che nel 1843 scoprì a Chiusi il famoso vaso di Ergotimos e Kleitias, ormai universalmente famoso come “vaso François”.

  Al di là della grandiosità e della complessità dell'ipogeo la tomba François è anche e soprattutto uno straordinario complesso d'arte, una testimonianza incomparabile della pittura funeraria etrusca, per la estensione delle superfici raffigurate, per la varietà dei soggetti e per la peculiarità degli schemi e degli stili ispirati ai modelli della tarda età classicistica ellenica.
Oggi i dipinti non si trovano più nella tomba, furono fatti staccare dai Torlonia nel 1863 e sono conservati a Villa Albani in Roma e purtroppo non sono liberamente fruibili dal pubblico. Noi cercheremo di dare al lettore un'idea dei soggetti e dei significati  dei dipinti con fotografie degli originali e delle copie che furono commissionate all'epoca della scoperta, allo scopo di divulgare nel mondo scientifico i contenuti della tomba François.  I vani dipinti sono il II, il III e la cella VII di fondo, l'unica in cui le pitture sono rimaste in situ, sia pur disgraziatamente danneggiate da incoscienti visitatori.
I soggetti degli affreschi riguardano tutti fatti noti della mitologia greca che vengono spesso messi in contrapposizione esemplare con avvenimenti locali. 
L'evento più importante, anche dal punto di vista "storico", è senz'altro la lotta di eroi vulcenti, che, comandati da Mastarna, divenuto poi il sesto re di Roma col nome di Servio Tullio, sconfissero un gruppo di guerrieri romani e loro alleati (etruschi di Sovana e Volsinii). Questa è anche la conferma, sempre diligentemente nascosta dalla storiografia ufficiale romana, che gli etruschi sono stati molto importanti nell'influenzare direttamente la civiltà romana. 
Emblematica risulta poi la figura di Vel Saties, il committente della tomba, in piedi, intento ad osservare gli auspici guerrieri del volo dell'uccello tenuto nelle mani del giovane Arnza. Tali auspici si riferiscono evidentemente alla battaglia contro i romani già descritta e che risulterà vittoriosa, ciò a dimostrazione che tutto il ciclo pittorico della tomba va letto in chiave antiromana ed è costantemente ed idealmente contrapposto ad episodi della mitologia greca. 
Proprio di fronte alla lotta degli eroi vulcenti si trova infatti l'altra complessa e movimentata pittura che rappresenta il sacrificio dei prigionieri troiani da parte di Achille in onore dell'amico Patroclo.

Fonte : http://www.canino.info/inserti/monografie/etruschi/tomba_francois/tomba_francois_2.htm

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