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Info

L’area attrezzata del Parco è situata a sud di Cellere, lungo la strada che porta a Pianiano. Il nome deriva dalla sorgente del torrente Timne affluente del fiume Fiora, qui l’ambiente è quello tipico della maremma laziale, presenta bellezze naturalistiche ancora integre e misteriose.

L’ideale per immergersi nella natura sono le passeggiate a piedi, in mountain bike o a cavallo.

Nel parco, lungo il corso del fiume, è possibile percorrere un itinerario unico ed affascinante, dove ci si può imbattere anche in resti etruschi o romani.

Si può iniziare la visita ammirando tutta una serie di emergenze naturali ed artificiali: le antiche sorgenti, i fontanili, gli attraversamenti delle storiche vie, le cisterne romane, il querceto che costeggia la splendida cascata, la grotta del famoso brigante Tiburzi conosciuta anche come grotta della Mercareccia, le antiche pompe idrauliche che alimentavano l’abitato di Cellere, gli antichi mulini ad acqua fino ad incontrare le affascinanti rovine medievali di Castellardo ricadenti nel territorio del Comune di Canino.

Attraverso la storia di queste risorse è possibile comprendere la storia delle genti che hanno popolato e trasformato queste terre, rendendole ricche ed ospitali.

L'area attrezzata del parco Timone da decenni ospita la rassegna estiva “Cellere tra natura e tradizione”, manifestazione tesa a valorizzare il patrimonio culturale, storico ed enogastronomico del paese maremmano.

Quello gastronomico è un aspetto particolarmente importante dell'evento, nell'ambito del quale prende vita l'oramai tradizionale mostra-mercato dei prodotti tipici della maremma tosco-laziale. Non mancano poi gli aspetti più propriamente ludici ad animare le giornate che passano tra degustazioni, sfilate di cortei storici, gare sportive, presentazioni di iniziative volte alla valorizzazione del territorio.

GEOLOGIA

Il territorio all’interno del quale ci troviamo appartiene, per formazione geologica, al sistema vulcanico vulsino. In più esso rientra nel bacino idrografico del fiume Fiora. Il sottobacino del fosso Timone, collocato nella parte destra del bacino, copre una superficie di 91,83 km2. Questo nasce a 265 m. slm grazie al confluire delle acque provenienti dal fosso Marano, dal Cassato, dal S. Leonardo, del fosso del Fornetto e soprattutto dalla sorgente del Timone di sopra. Dopo essersi unito alle acque del fosso Cerro Sughero, il Timone termina la sua corsa confluendo nel Fiora.

FLORA

Oggetto di recenti e approfonditi studi, comprende circa 1012 specie di piante superiori, tra cui molte rare e vulnerabili che hanno .Tra le specie più interessanti la rarissima erba scopina (Hottonia palustris), la rara crespolina etrusca (Santolina etrusca), endemica dell'Antiappennino tosco-laziale, il giglio rosso (Lilium bulbiferum ssp. croceum), il giglio martagone (Lilium martagon), il giaggiolo susinaro (Iris graminea), il melo ibrido (Malus florentina), i narcisi (Narcissus poeticus e N. tazetta), il frassinello (Dictmnus albus) ed altre piante qui rare perché al limite dell'areale come il brugo (Calluna vulgaris) e il farnetto (Quercus frainetto).Altre peculiarità sono le fioriture di ben 39 specie di orchidee spontanee tra cui la rara Ophrys insectifera.

FAUNA

Grazie alla posizione geografica e alla varietà degli ambienti presenti, ospita una componente animale ricca e varia, con presenza di specie sia mediterranee che tipicamente centroeuropee. La massima biodiversità e presenza di specie animali rare si registra in una fascia di alcune centinaia di metri attorno al torrente timone la cui conservazione è dunque obiettivo primario.Per quanto riguarda i vertebrati terrestri (considerando solo l'avifauna nidificante e con l'esclusione dei chirotteri) il parco Timone ospita 122 specie: 11 anfibi, 11 rettili, 67 uccelli e 33 mammiferi.

Fonte: http://www.turismoqr.it/cellere/17.html

Fonte del Timone

Sicuramente l'abbondante acqua che sgorga spontaneamente dalla sorgente perenne del Timone di sotto, è stata da sempre oggetto di costante sfruttamento da parte delle popolazioni locali.

Essa doveva servire in origine non solo Pianiano, ma forse anche un probabile insediamento esistente in località Piananella, come è tramandato per tradizione orale e come risulta da una cartina topografica dell'Agro Toscanese e sue adiacenze pubblicata nel 1778 da don Francesco Antonio Turriozzi nelle "Memorie istoriche della città Tuscania", che riporta nel luogo un castello diruto denominato appunto "Pianianella".

Una piccola costruzione in pietra basaltica a forma di cupola, segna il punto dove l’acqua viene captata dalla vena principale. La captazione dell’acqua dunque, si trova all’altezza dell’entrata attuale del Parco Timone.

In prossimità del manufatto in pietra era posizionata una saracinesca che consentiva di regolare il flusso, per alimentare un deposito collocato in prossimità della grotta della Mercareccia.

Con la realizzazione dell'acquedotto agli inizi del Novecento l'acqua del Timone di sotto acquistò primaria importanza, poichè veniva condotta direttamente nelle fontane del paese di Cellere.

Il sistema di sollevamento meccanico del flusso idrico, che doveva superare il notevole dislivello tra la valle e l'abitato, costituiva un vero gioiello della tecnica dell'epoca.

Fonte:http://www.turismoqr.it/cellere/18.html

 



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