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La chiesetta campestre di Sant'Egidio è la maggiorparte del tempo chiusa, ma anche contemplarla dal di fuori vi assicuro che non è niente male.

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È il monumento più importante della città, un gioiello dell’architettura rinascimentale, commissionata dal cardinale Alessandro Farnese (poi papa Paolo III) ad Antonio da Sangallo il Giovane. Di ispirazione bramantesca, è costituita da una pianta a croce greca e, in alzato, da tre avancorpi sormontati da una originale cupola conica, sul retro è presente un caratteristico abside.

Posta in una vallata denominata “Vallone” (a quei tempi proprietà della Comunità di Cellere) si presenta come chiesa campestre con le caratteristiche del “tempio” e risulta costruita nel periodo intorno al 1512 - 1520 in prossimità di una antichissima chiesetta preesistente dedicata al culto di S. Egidio (demolita nel 1581).

La chiesa era meta di pellegrinaggi, specialmente in occasione del primo settembre festa del patrono S. Egidio, quando venivano organizzati giochi con la corsa del palio dei cavalli berberi e nello spazio antistante la costruzione si tenevano le fiere paesane (nundinae). La tradizione delle corse in linea di cavalli è stata mantenuta fino a tempi recenti. Oggi hanno luogo gare equestri di abilità nell’ambito del Palio delle quattro contrade di Cellere e del Palio dei sapori dei prodotti tipici locali.

L’interno, ben conservato grazie a recenti restauri che hanno interessato tutta la struttura, offre un meraviglioso pavimento esagonale ed é arricchito da pregevoli affreschi del Cinquecento e Seicento posti sugli altari dedicati a S. Egidio e a S. Giovanni Battista Decollato ( una Madonna col Bambino in gloria, Sant'Egidio e San Giovanni Evangelista, di notevole qualità; Sant'Antonio Abate: la Decapitazione di S. Giovanni Battista e una scena agreste).

Il disegno originale del Sangallo, conservato presso il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi a Firenze è stato posto dalla critica in relazione con l'anno di fidanzamento tra Girolama Orsini e Pier Luigi Farnese, figlio di Alessandro del 1513. Sarà proprio con la dote di Girolama che il castello di Cellere entrerà a far parte dei possedimenti Farnese nella Tuscia e successivamente del Ducato di Castro, a partire dall'anno della sua creazione, il 1537. Ecco dunque che il 1513 costituisce il termine post quem per la datazione del progetto di Sant'Egidio. Confronti stilistici con importanti progetti bramanteschi, per le comuni caratteristiche compositive, hanno dimostrato come nel progetto di Cellere il Sangallo risentisse ancora fortemente degli anni di formazione presso la bottega romana di Bramante. Strette analogie, in particolare sono state individuate tra l'impianto di Sant'Egidio e la chiesa di San Biagio della Pagnotta in Via Giulia a Roma realizzata su progetto di Bramante, dove si ritrova lo stesso schema a croce inscritta nel quadrato, con i due ambienti quadrati tangenti all'abside puntualmente riproposti da Sangallo a Cellere. Il progetto per Sant'Egidio potrebbe quindi risalire agli anni del primo impiego di Antonio presso Alessandro Farnese. Pur corrispondendo il progetto degli Uffizi nelle sue linee compositive generali all'opera realizzata, alcuni scarti significati nell'esecuzione hanno fatto propendere la critica per un notevole stacco temporale intercorso tra la fase progettuale e la fabbrica, da circoscrivere intorno agli anni della costituzione del Ducato di Castro, immediatamente dopo il 1537, anni che vedono apportare migliorie nelle proprietà della famiglia dei Farnese, Cellere inclusa, proprio per mano di Antonio da Sangallo il Giovane.

Nel 1999 – il 10 aprile le Poste Italiane emettono il primo francobollo di Cellere appartenente alla serie tematica “Il patrimonio artistico e culturale italiano”.

Fonte: http://www.turismoqr.it/cellere/12.html



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