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Nella “Informazione e cronaca della città di Castro, e di tutto lo Stato suo…” redatta nel 1630 per conto della casa Farnese, Benedetto Zucchi (già Podestà di Cellere e Pianiano) riferisce che a Cellere “… vi sono due fontane, tutte e due sotto il Castello, una da un lato, e l’altra dall’altro, ma un poco scomode, scarse di acqua, e questa è poco salubre…”

Le due fontane sono quelle del Gobbino e quella di S. Egidio.

Il nome della fontana di S. Egidio è chiaramente in relazione con la vicina chiesa dedicata al patrono del paese, S. Egidio Abate.

Il riferimento originario non è però da intendersi al magnifico tempio cinquecentesco del Sangallo che possiamo oggi ammirare, ma ad una precedente chiesetta campestre intitolata a S. Egidio che sorgeva da tempo immemorabile in “contrada la Fontana o S. Egidio Vecchio”, di cui è notizia in una visita pastorale del 1478.

Nel 1581, ormai fatiscente e abbandonata, essa fu demolita per ordine del vescovo Mons. Celso Paci.

La fonte poteva costituire verosimilmente il principale motivo della presenza nel luogo della vecchia e, di conseguenza, anche della nuova chiesa di S. Egidio, in uno stretto rapporto di correlazione (verificabile sin dalla più remota antichità) tra l’immagine rigeneratrice e purificatrice dell’acqua sorgiva ed il lavacro spirituale del tempo religioso.

La chiesetta e la fonte dovevano rappresentare un “unicum” concettuale, assolvendo contemporaneamente le esigenze fisiologiche e quelle spirituali della gente locale.

Il sito circostante presenta analogie con alcuni riconosciuti o probabili microinsediamenti costituiti da simili cavità aperte sui declivi delle valli torrentizie, in favorevole esposizione climatica ed in prossimità di sorgenti naturali con manufatti di raccolta delle acque.

Le caverne del Belvedere (Antea) e la prospiciente Fontana di S. Egidio (una volta direttamente collegate da un ponte sul torrente, di cui esistono ancora tracce visibili) appaiono parti integranti di un sito con caratteristiche di antica frequentazione umana assai simili a quelle di varie altre località: Gobbino, Pianiano, Monte Maria, San Moro, Oppio, Tufelle di sotto, Valle Bellagamba ecc.

Per molto tempo la Fontana di S.E.I. è stata la principale meta per l’approvvigionamento d'acqua della gente di Cellere, che ogni giorno scendeva e risaliva a fatica la stradetta denominata in origine “Via della Fonte!(oggi strada di S. Egidio).

Nel’700 l’acqua cominciava a diventare sempre più scarsa e inquinata, per ragioni attribuite ai lavori agricoli che i frati Carmelitani del Convento facevano sopra la conduttura sotterranea ricavata nel Vallone (terreno della Comunità in dote alla chiesa di S. Egidio ad essa affidata in gestione l580). Furono eseguiti i lavori per il ritrovamento della sorgente in località detta Sogliano (poi la Piantata) presso la chiesa di S. Margherita (1757) e detta Sogliano (poi La Piantata) presso la chiesa di S. Margherita (1757) e la costruzione del Bottino che conduceva l’acqua al centro abitato in un fontanile realizzato nell’Appianata (Piazza Umberto I°) verso il 1764.

La Fontana di S. Egidio continuò comunque ad essere normalmente utilizzata anche per rifornire il vicino lavatoio e, con il residuo, l’attiguo abbeveratoio.

Fonte: http://www.turismoqr.it/cellere/13.html



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